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.. jazz in Basilicata
(Rubrica di incontri con musicisti lucani )
SEBASTIANO LAMORTE
Pubblicato il  9 Ottobre 2014
 
SEBASTIANO LAMORTE, nasce Melfi (PZ) il 10-03-1983 e vive a Rapone (PZ). Consegue il diploma presso l'IPSSAR   di Potenza e il diploma del vecchio ordinamento in basso tuba al Consrvatorio N.Rota di  Monoipoli (BA). Arriva anche la laurea triennale in musica jazz al Conservatorio  "gesulado Da Venosa" di Potenza, con votazione finale di 110 e lode. Attualmente si  divide nelle attività di musicista e di inesgnante.

Sebastiano Lamorte

L'approccio con la musica è stato spontaneo o qualcuno ti ha indotto
 
Crescere in una casa dove si sentiva quotidianamente parlare di banda ha
sicuramente rappresentato un primo orientamento verso la musica. Mio padre sin da
piccolo ha sempre suonato diversi strumenti e ha voluto che continuassi in questa
tradizione...Fortunatamente non ha voluto lo stesso riguardo la falegnameria di
famiglia.

 

- Qual è stato il primo strumento

 
La voce, per chiedere il latte a mia madre. Poi il sassofono, abbandonato subito per
problemi al palato e successivamente il flicorno contralto, che mi ha accompagnato
fino alla transizione verso il basso tuba.
E' possibile che tu abbia avuto un impatto positivo con la musica
sincopata, ti ricordi l'incontro
Ricordo nitidamente che il primo disco a catturare intensamente la mia attenzione, fu
un disco degli Iron Maiden che proprio sincopati non lo sono, ma che mi hanno
aperto nuove porte al di la della musica più commerciale. E di conseguenza, mi
hanno avvicinato a musica meno esposta all'attenzione mediatica italiana,
spingendomi sempre oltre nel mio bisogno di ricerca, di ascoltare cose nuove.
 
Hai un "faro" che ogni tanto guardi e dici " a ecco mi ero perso", chi è
 
Credo che un musicista debba essere tale a 360°...Ovvio che ognuno abbia il proprio
linguaggio prediletto nel quale si sente più a suo agio, ma almeno negli ascolti non
bisogna ghettizzarsi. Ecco perché non penso di avere un vero e proprio punto di
riferimento in virtù di ascolti molto variegati anche se è innegabile che io sia stato
fortemente influenzato dall'opera di Frank Zappa, una grandiosa fucina di idee
musicali differenti che spaziano dal pop al jazz, dal rock alla musica colta.
 
- Studiare sin da piccoli vuol dire anche sacrificarsi molto, come è stata per
te l'infanzia correlata alla studio della musica e dello strumento
 
La musica nell'età infantile è spesso più un gioco che un obbiettivo da
perseguire,anche in virtù di alcune problematiche tecniche relative allo studio di uno
strumento a fiato come il basso tuba e/o congeneri (configurazione polmonare in
evoluzione al pari di quella riguardante l'arcata dentale,fattori che incidono e non
poco nella “produzione del suono”)... In ogni caso, è possibile che alcuni soggetti
manifestino una sorta di predisposizione verso una determinata attività che li porta a
dedicarsi con dedizione maggiore ad essa, permettendo di gettare basi solide per un
ipotetico futuro da professionista del settore. I bambini devono in primis giocare, per
poi dedicarsi alle altre attività con leggerezza. La musica è una cosa serissima, ma
non troppo...
 
- Suoni più strumenti, ma mi piace chiederti come hai scelto la tuba, e se
preferisci suonare il basso elettrico con il plettro o lo hai fatto per esigenze 
specifiche ieri sera
 
Suonare diversi strumenti per me è innanzitutto fonte di divertimento, che poi cerco
di sfruttare nelle mie idee musicali. Fondamentalmente sono un bassotubista che si è
avvicinato quasi per caso a questo gigante del pentagramma (era un pomeriggio
d'agosto, in giro con la banda del paese e un basso tuba abbandonato incautamente
dallo strumentista giaceva a terra...per curiosità l'ho imbracciato ed ho iniziato a
suonarlo, per non abbandonarlo più). Riguardo al basso elettrico, l'uso del plettro è
dovuto ad una tecnica evidentemente non eccelsa in quanto non esperto dello
strumento, ed essendo anche chitarrista elettrico per diletto, suonarlo con il plettro è
stata una conseguenza quasi naturale. Vogliano perdonarmi i veri bassisti. (I
Metallica dovettero cambiare bassista per l'avversione dimostrata dai fans verso
Jason Newsted, reo di suonare il basso con il plettro al contrario dello storico
bassista del gruppo Cliff Burton, scomparso in un tragico incidente durante un tour).
Io spero di poter continuare a suonare il basso col plettro durante i miei concerti.
 
- Tra le varie trasformazioni avvenute nel mondo del jazz, in relazione ai
suoi principali personaggi, chi ritieni abbia determinato i cambiamenti più
radicali
 
Rispondere a questa domanda è estremamente difficile perché credo che tutti i grandi
nomi di questo variegato panorama, abbiano lasciato un'impronta indelebile nel
linguaggio e nel modo di intendere il jazz.
Forse più che i nomi, un cambiamento radicale lo ha apportato l'avvento di nuove
tecnologie, e parlo sia di metodi di registrazione che di strumenti veri e propri.
Inizialmente la registrazione in studio risultava alquanto difficoltosa tanto che il più
delle volte escludeva,o perlomeno limitava nella creatività, i batteristi e/o gli
strumenti più “rumorosi” dalla ripresa, perché la loro eccessiva energia faceva
saltare gli strumenti di registrazione. Potenzialmente quindi, potevano esserci tanti
altri grandi nomi non venuti a galla perché latitanti nelle testimonianze fisiche del
periodo. La comparsa degli amplificatori per chitarra e basso, il rodhes e altre
tastiere digitali, hanno dato al jazz un suono diverso, sicuramente diverso da quello
degli albori ma non per questo meno interessante...Ritornando alla tua domanda
nello specifico,se proprio devo darti dei nomi non posso esimermi dal fare quelli di
John Coltrane, Gil Evans e Miles Davis che prima insieme e poi per strade
divergenti, hanno contribuito a spostare il lavoro di Parker, Gillespie, Monk e tutti
gli altri grandi della scena swing prima e bop poi, verso diramazioni differenti che
hanno consacrato tanti altri eccellenti musicisti (Pastorius, Corea, Brecker solo per
citarne alcuni).
 
- Il quartetto/più i due "special" con cui hai suonato è stabile oppure
suonate occasionalmente; ho notato una buona intesa e dei bravi
strumentisti, ti va un accenno su di loro
 
Con il quartetto abbiamo iniziato un percorso in occasione della mia mia tesi di
laurea, incentrata sul sassofonista sardo Gavino Murgia. Il progetto ha affascinato
fin da subito tutti i componenti che si sono calati appieno nella dimensione ideale
per quel tipo di musica. Successivamente ho pensato di aggiungere un pianista ed un
clarinettista di estrazione classica e non jazz per dare alla musica un “rigore”
diverso, unito sempre e comunque all'improvvisazione e alle atmosfere del jazz etnico
che credo essere la mia-nostra dimensione ideale. Approfitto della domanda per
ricordare i nomi di questi grandiosi musicisti che mi accompagnano, mi sopportano,
e si fanno carico quasi sempre degli oneri anche economici che una situazione del
genere richiede per essere tenuta in piedi. Pepi Romaniello al sax, Domenico Telesca
alla fisarmonica, Fausto Picciani alla batteria, Francesco Pio Paolillo al pianoforte,
Giovanni Catena Jr al clarinetto. Un gruppo di musicisti tutti orgogliosamente
lucani che fanno musica per il piacere di farla, anteponendo la voglia di crescere,
migliorarsi e stare insieme agli interessi meramente personali. E mi permetto di dire
altresì, che questi ragazzi troppo spesso vengono sottovalutati ed accantonati in
favore di pseudo-musicisti affermati che in realtà non valgono la metà di questo
gruppo fantastico...Sarà pur vero che nessuno è profeta in patria, ma sarebbe ora
che i profeti in Basilicata inizino ad essere figli di questa terra.
 
- Gli arrangiamenti dei pezzi erano tuoi, cosa è importante per te nel
riprodurre una musica pensata da un'altro musicista, qual'è il sentimento
di fronte all'opera
 
Innanzitutto decidere se si vuole riprodurre fedelmente l'opera del musicista oppure
dare al brano una impronta del tutto personale... Molti trovano irrispettoso
stravolgere un capolavoro modificandone totalmente o parzialmente i connotati, a
me piace pensare invece che il capolavoro resta tale anche se qualche temerario
come me decide di riproporlo in una chiave diversa, magari anche molto distante
dall'originale.
 
- Quale attività preferisci: quella di musicista o insegnante
 
Sono entrambe attività gratificanti, specie quando si constatano gli avvenuti
miglioramenti dei propri allievi o del proprio bagaglio tecnico-culturale. In
entrambe ci vuole pazienza, a fronte di ragazzini troppo presi dalla playstation
anziché dallo strumento, o di saccenti tuttologi pronti a criticarti alla prima
divergenza. Ognuno intende la musica a modo proprio, ed estremizzare le proprie
posizioni non porta a nulla di buono, sia nell'insegnamento che nella quotidianità. In
entrambe le attività comunque, non si finisce mai di imparare.
 
Cosa dici ad un ragazzino alle prime armi
 
Di vivere la musica innanzitutto come un momento di svago e di crescita culturale
utile ad ampliare il ventaglio delle proprie conoscenze, sia a livello umano che
cognitivo...se poi decideranno di fare della musica la loro professione, allora
dovranno ridiscutere tempo e abnegazione da dedicare alla causa.

Sebastiano Lamorte, tuba e arrangiamenti; Domenico Telesca, fisarmonica, Giuseppe Romaniello, sax; Giovanni Catena jr clarinetto; Francesco Pio Paolillo, pianoforte;  Fausto Picciani, batteria.

 

 
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