top of page
.. jazz in Basilicata
(Rubrica di incontri con musicisti lucani )
STEFANO DE BONIS
Pubblicato il ...... Aprile 2017 a cura di Giuseppe Caramuta
 
altri post: di  .. jazz in Basilicata
Sebastiano Lamorte
Mike Lovito
 
 
 
STEFANO DE BONIS, nel 2005 si diploma in tromba al conservatorio E.R.Duni di Matera sotto la guida del maestro Luigi Santo, successivamente consegue il diploma accademico di II livello in tromba eseguendo musiche di Claude Bolling e Allan Botcinsky. Collabora con vari musicisti italiani e internazionali quali Jerry Bergonzi, Antonio Ciacca, Lucio Ferrara , Mike Harn, Andy Farber; Joe mc donough , Mauro OttoliniFred Mills, Scott Hartman , Mike Moore, Mark Mc Connel, Ruprect Dress, Gerard Brezer , Josefh Bowie, Denis Chambers,Nico Menci ,Tino Tracanna , Roberto Cipelli, Antonio de Luise, Mirko Signorile,Vito di Modugno, Daniele e Tommaso Scannapieco, Giovanni Amato, Teo Ciavarella, Giuseppe Bassi, Barend Middeldhof, Walter Vitale, Giovanni Scasciamacchia , Phill Maturano, Maurizio dei Lazzaretti e altri. Ha fatto parte della "Brass fantasy" nel 2009, in memoria dei 10 anni dalla morte del suo fondatore Lester Bowie. Si esibisce in forma solistica e in quartetto nel festival “ Tubilustrium”e nel 2006 incide un disco con il trombettista americano Fred Mills. Suona in varie formazioni jazz e di musica leggera,quali Jonio Jazz Big Band, Jazzotti Orchestra, Zoopeople Orchestra,,con i "Folkabbestia" (dove suona in vari festival in italia e all'estero), l'orchestra della murgia materana con cui incide un disco/dvd nel 2010.Nel 2012 è fondatore del quintetto "The Smitherson with Guido Di leone" con qui incide un disco "Palma" prodotto dalla Four di Bari.

Mike Lovito

 
- A che età hai iniziato a suonare?
 
Ho iniziato a suonare a 11 anni nei corsi di musica delle scuole medie. 
 
- Come è nato il tuo feeling con il jazz?
Se ricordo bene a 15 anni trovai un disco di Louis Armstrong, rimasi affascinato dalla bellezza di quella musica e dal suono della sua tromba, e da allora che la mia vita ha preso questa direzione. 
 
- E' stata spontanea la scelta del tuo strumento e da quale musicista sei stato influenzato?
 
Avevo una tastiera della Bontempi a casa, sai quelle giocattolo, e all'esame di ammissione alle scuole medie ero andato con l'intento di entrare nella classe di pianoforte, ma i professori che mi hanno valutato hanno pensato bene che dovessi suonare la tromba, non so in base a quale criterio, ma mi hanno messo la tromba in mano e mi hanno detto " tu devi suonare la tromba".
Louis Armostrong è stato, e forse lo è ancora, il mio punto di riferimento, ma anche Freddy Hubbard, Lee Morgan, Clifford Brown, Roy Hargrove, Wynton Marsalis e tanti altri..la lista è lunga..
 
- Che strutture hai trovato nella nostra regione nel tuo percorso formativo e che ruolo hanno avuto?
 
Ho studiato musica classica al conservatorio E.R Duni di Matera, con Luigi Santo. Grazie a lui ho capito cosa volesse dire fare il musicista di professione, girava il mondo, ed io ero affascinato da quella vita. Il conservatorio in s'è , mi è servito a ben poco!
 
 
- Cosa rappresenta per te un jazz club?
 
Il jazz club è un posto dove poter ascoltare Musica. In giro ormai c'è tanta merda, scusate il francesismo, ma è l'unica parola che si può usare per descrivere la musichetta che si suona in tanti troppi locali qui in Basilicata e nelle regioni vicine. C'è bisogno di una rivoluzione culturale, molti musicisti hanno quasi timore a fare musica originale, perchè non ci sono posti dove poterla proporre. Il jazz club ha il compito di sostenere la musica originale (fatta bene).
 
 
- Hai collaborato con tanti musicisti importanti, quali tra questi ti ha colpito di più?
 
Ho incontrato tanti grandi musicisti durante il mio percorso artistico, e da ognuno di loro ho cercato di prendere qualcosa. Diciamo che il mio viaggio a New York mi ha segnato particolarmente. Lì ho capito realmente cosa volesse dire suonare jazz. Lì ho incontrato Antonio Ciacca, da lui ho imparato tanto, e continuo ad imparare tanto. Non ho mai avuto un maestro che mi dicesse cosa fare e come studiare, e sono dovuto andare a New York per incontrarne uno. 
 
 
- La vicina puglia, molto spesso a noi lucani spesso  dà l'opportunità di realizzare qualcosa dei nostri progetti. Come hai trovato l'ambiente?
 
Ti dico la verità, in Puglia non è che abbia trovato così tanta facilità a realizzare un mio progetto, infatti non ne ho fatti in Puglia, ma tutti in Basilicata. Il problema non è il posto dove decidi di realizzare qualcosa, ma la convinzione con cui la realizzi. Io vivo a Policoro, e ho realizzato un progetto che sta andando benissimo, la " Balca Bandanica". Abbiamo fatto una marea di concerti in tutta Italia, un disco ed un altro in uscita. Bisogna avere le idee giuste e portarle avanti ad ogni costo. Di sicuro stando a Policoro non è facile esportare qualsiasi cosa che riguardi l'arte in generale, non è facile ma non impossibile!
 
 
- Negli ultimi anni  un gran numero di musicisti italiani si sono affermati sulla scena mondiale: Bosso, Bollani, (anche lui è stato nostro ospite nel 1998), Petrella  e tanti altri qual è la chiave di lettura di questo successo?
 
Di sicuro il talento e un buon manager!
 
 
- Quale ruolo vorresti avere nel jazz italiano del futuro?
 
Vorrei solo suonare tutta la vita, non voglio ruoli, la musica mi rende felice e voglio che continui a farlo! 
bottom of page