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E' un pensiero molto personale questo su Michael Brecker. Vorrei che fosse una scansione delle sensazioni che mi ha dato la sua musica con le svariate formazioni di cui ha fatto degnamente parte. Ricordo in particolare il quintetto con J.Scofield, H.Hancock, D.Hollande J.Dejonette a Perugia negli anni novanta, con cui tributò un concerto a Miles Davis, per cui lo vedemmo commosso nel ricordo del "Maestro".
Posso considerarlo dal punto di vista jazzistico, colui che mi ha "svezzato". E' stato il mio primo idolo, e pur suonando a volte in modo complicato, ha rappresentato quel profilo di musicista da seguire sempre e comunque perchè la sua bravura è nata dalla sua capacità di non essere banale.
Sulla scia di John Coltrane, intese la musica come una continua e appassionata ricerca di nuovi risvolti, tecnici ed artistici ma non un lavoro.
Le innumerevoli collaborazioni con il mondo del pop lo hanno reso oltre che famoso, concreto nell'intensità degli assoli e negli anni ottanta,
diede vita, con suo fratello Randy, trombettista, ad un gruppo funk " Brecker Brothers Band" con sonorità aspre e aperte al mondo del rock ma non fu un'esperienza straordinaria dal punto di vista artistico. La critica stroncò la band: "la nostra vita è troppo breve per ascoltare la loro musica".  
A parte questa parentesi, è stata troppo breve la sua vita, interrotta da una malattia incurabile a 57 anni di cui 36 passati sui palchi di tutto il mondo a "soffiare" idee e a tradurle in musica.

Michel Brecker 1949-2007

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MICHAEL  BRECKER

 Pubblicato il 9 Ottobre   2014, a cura  di Giuseppe Caramuta

 

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