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LA MUSICA POPOLARE LUCANA

 

"La canzone di San Canio" di Graziano Accinni

 

Pubblicato il 24 Novembre  2014  a cura di Giuseppe Caramuta

Graziano Accinni  appassionato e studioso del folklore lucano

La canzone di San canio - ETHNOS
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" La Canzone di San Canio è il soggetto che ci introduce in questa torrenziale chiacchierata con Graziano Accinni. Tornato ad Acerenza dopo molti anni, in occasione della chiusura della mostra "ITINERARTE" e in un contesto diverso da quella serata di cui esiste ancora la locandina di colore giallo. Allora si suonò in un luogo che  non c'è più, il salone della canonica e con lui anche chi ci abitava, don Mario Festa, rimpianto parroco della cattedrale e persona veramente innammorata di Acerenza. "

... non è solo cortesia, ma anche interesse, cosa stai facendo ora? Anzi, da cosa ora, sei veramente preso, nel tuo lavoro di musicista impegnato?

 

Bah!!!!!  Musicista impegnato di questi tempi mi suona tanto da “musicista sfigato” o forse per meglio dire “musicista illuso”. Non so che significato dargli, so solo che partendo da una famiglia in cui la musica era un di casa e visto che: sia mio padre che mio nonno ed altri cinque zii suonavano tutti la chitarra io alla fine non potevo che uscire “chitarrista”. E’ stato l’incontro con il folk del mio paese Moliterno ed alcuni anni passati in una azione cattolica sempre a contatto con i monaci francescani, uno in particolare, padre Policarpo Trojli, musicista e ricercatore etnico, che mi hanno dato l’impulso sia alla musica popolare che alla ricerca etnomusicologica. Si è vero è molto datato l’amore per l’etnia lucana, ho passato tanto tempo in giro per il mondo con artisti che facevano pop ma il mio primo amore e il mio primo impegno è stato proprio il folk. Da esso con dedizione e appunto, impegno, mi sono formato e con quel poco di umiltà ereditata dal buon francescano Policarpo ho mosso i miei primi passi verso una, cosiddetta carriera, anche se a me non piace questo termine. Per usare un gioco di parole mi impegno molto a non apparire come musicista impegnato se qualcuno vuole scoprirmi si deve armare di lanternino e venirmi a scovare ma se è la cultura popolare lucana che mi invita, allora corro subito anche  gratis o a poco prezzo per il resto tutto quel mondo un bel pò effimero non m’interessa più. Il mio unico impegno adesso è solo salvaguardare quanto più materiale di identità lucana mi riuscirà di accumulare per le nuove generazioni, il mio archivio sta diventando grande ed è per questo che sto già pensando ad una fondazione cosi sarà a disposizione di tutti.

 

come nasce l'occasione per lavorare su questa canzone e su quale materiale originale o fonte hai lavorato?

 

Ricordo anch’io quella serata alla sala della canonica se non sbaglio era il 1995 ero stato invitato da Tiziano Cillis e quella sera suonammo con altri amici di altri paesi mi ero appena sposato e portai con me anche mia moglie il tempo passa ma le belle serate non si dimenticano. Appunto fu proprio l’amicizia con Tiziano che mi portò un bel po di anni dopo a registrare nel suo studio di Acerenza alcune parti di chitarra dell’Album “Le Tre sorelle” del mio gruppo gli “Ethnos”. Durante quelle sessioni di studio, Tiziano mi fece dono di un cd da lui registrato dove vi erano 5 brani cantati dallo zio Rocco Di Bono, tra questi brani uno mi colpi in modo particolare, era proprio San Canio o San Canione. La sua melodia molto articolata, con sali e scendi tonali molto fuori dal comune, la voce bassa e baritonale dello zio Rocco faceva tutto il resto con un intercalare dialettale quasi medioevale abbastanza indecifrabile in alcuni termini. Io avevo ascoltato tanti dialetti e anche il mio moliternese nei passaggi più antichi è abbastanza criptico, poi bisogna pure prendere in considerazione che la maggior parte dei dialetti, attualmente, sono molto italianizzati e quindi ogni volta che sento brani antichissimi mi saltano subito all’orecchio. Ti voglio anche precisare che da parecchio seguo il blog di Donato Pepe dove vengono spesso narrate le vicende sia religiose che pagane che hanno nei secoli coinvolto le genti di Acerenza e la sua cattedrale……che dire affascinanti e pregne di storia! Dal primo ascolto di San Canio al prendere in considerazione un riarrangiamento armonico, passò un pò di tempo ma il brano non poteva sfuggirmi e dopo un pò lo inserii nell’album Elettrico Lucano del 2012, con l’apertura di un recitato in latino di Mons. Francesco Nolè registrato a Tursi all’interno della sede vescovile con tanto di campane vere che si odono prima delle sue frasi. Il testo è stato un bel pò complicato, cercare di carpire tutte le parole dialettali, non è stato semplice, poi gli accenti le inflessioni dialettali….. molto difficoltoso ma forse un pò ci sono riuscito, è chiaro, il cantante Giuseppe Forastiero è di Sarconi, quindi ha cercato di imitare tutte le parole cantate dall’anziano signore acheruntino ma ahimè gli acheruntini tutti dovranno avere un po di pazienza se non tutte le parole sono state cantate con l’accento perfetto del vs dialetto noi ce l’abbiamo messa tutta……..

 

 

la figura di San Canio, il suo bastone,  la sua storia che cosa ti ha lasciato al di là della canzone?

 

La storia del vescovo d’Africa è molto suggestiva ed affascinante cosi come l’aureola che circonda la sua cattedrale e un pò tutte le cattedrali europee. Il fatto dell’arresto da parte del prefetto di Cartagine per la suo credo religioso e con esso la successiva tortura con fenomeni particolari ad essa connessa ne fanno già un santo ecco il perché del successivo rilascio e come narra la leggenda approdò in campania addirittura accompagnato dagli angeli (bella no?) ha in se un misto di grande fede e misticismo. San Canio fece tantissimi miracoli fino alla sua morte ad Acerenza con l’allora vescovo che fece nascondere i suoi resti ma lasciò ben visibile a tutti il suo bastone pastorale ed è li che la cosa colpisce l’immaginario collettivo ed anche me. Questo bastone che all’interno dell’altare delle volte si muove e si lascia toccare dai fedeli più fervidi e credenti o da quelli appena confessati fanno sia del brano e sia del personaggio a cui è stato dedicato un motivo di grande fascinazione un momento di raccoglimento con se stessi e con Dio che riesce a rendere gli uomini di grande e buona volontà, dei Santi. Ma una cosa te la posso dire? all’interno della vostra Cattedrale si respira la storia, entri e il tuo immaginario non si ferma più, principi, re, mendicanti, dame, musici e tanto tanto altro dalle parole del canto alle reali sensazioni che si provano una volta varcata la soglia della cattedrale, ti accorgi dell’assurdo modo di vivere che abbiamo nel mondo d’oggi…..

 

che cosa ti ha appassiona della  musica popolare lucana e quali influenze culturali conserva in modo evidente?

 

Della Musica Popolare Lucana mi appassiona l’originalità e l’arcaicità delle sue variegate melodie ovunque ti sposti cambia tutto se vai nella Lucania sud occidentale trovi influenze cha vanno dai Saraceni alla Magna Grecia poi la Valle Dell’Agri con un'altra cosa a dir poco sensazionale: l’Arpa popolare, un’arpicedda con solo una trentina di corde che gli antichi girovaghi portavano a spalla girando per il mondo i più famosi sono i Viggianesi ma anche a Moliterno, Calvello, Tramutola, Laurenzana, Corleto Perticara, Marsicovetere vi erano musicisti musicanti e girovaghi insomma ven’erano tantissimi tant’è vero che intorno al 1870 a Parigi si potevano contare migliaia di Lucani, suonatori ambulanti e non. Poi Avigliano e tutto il Vulture Melfese che con i suoi castelli e tutte le influenze medievali hanno dato tantissimo alla musica popolare e anche a quella più colta. In ogni posto lucano c’è una diversa musica lucana io ne ho la netta sensazione ogni volta che mi sposto. Ultimamente ho ascoltato la signora Polichiso di Oppido Lucano e in un brano” La vecchia masciatara”, che lei interpreta magistralmente a cappella, ho notato tanto l’influenza arabo spagnola, tengo a precisarti che non sono un etnomusicologo e non voglio minimamente atteggiarmi a tal riguardo, cerco solo di interpretare le singole melodie che mi rimandano a posti anche lontani da noi ma del resto dalla Lucania ci sono passati un po tutti e questa è storia. La cosa strana è che questi brani una volta riarrangiati sembrano sbocciare a nuova vita poche armonizzazioni rendono le melodie molto più accessibili ed efficaci e questo mi è successo tanto con San Canio. Nel mio paese a Moliterno mi raccontavano alcuni anziani che c’era un personaggio che ad ogni occasione “ngi cacciava a canzoni” per dirlo in gergo moliternese che dire i nostri avi forse vivevano molto più di noi adesso? O forse avendo più tempo a disposizione senza tutti gli orpelli che abbiamo adesso erano molto più liberi di mente e quindi molto più ispirati? Un altra cosa importante non lo facevano per fini di lucro erano liberi di cantare e di far durare le loro canzoni quanto volevano con una miriade di strofe che ti narravano tutta la storia: amori finiti, amori non corrisposti, imprecazioni, laude, canzoni a morto, canzoni di carnevale e storie proibite i soliti preti particolari oppure monaci femminaiuoli, partorienti nascoste e fughe amorose con relativi mariti o fidanzati cornuti…..e poi che dire del devozionale lucano? Una delle terre più ricche di santuari Mariani e di Santi un immenso patrimonio che va tutelato nei minimi particolari. Che dire delle saffiche le poesie gli strambotti, le nenie le ninna nanne, canzoni all’altalena e a cupa cupa, i Diessilli(Dies Irae) le novene natalizie e il credo delle genti lucane? Insomma, capolavori di ispirazione popolare e devozionale.

 

stai affrontando questo tema con Ethnos Trio ci parli dei tuoi collaboratori?

 

Ho lasciato solo il trio con i miei collaboratori più stretti che sono i due cantanti: Giuseppe Forastiero e il vecchio cantante degli Ethnos Franco Accinni, mio cugino, poi è rimasto Silvio De Filippo ed io alle chitarre. Con gli Ethnos al completo è finito un periodo e quindi ho sciolto il resto del gruppo, poi in futuro si vedrà intanto il mio progetto è vivo e vegeto con tanto di musica e ricerca. Sono circondato da nuovi collaboratori e quindi non è detto che ci potranno essere novità è doveroso per me citarli: Carlo Ostuni chitarrista e bassista di Sasso di Castalda poi Gianluca De Giorgi di Potenza alle percussioni e Vito Stano al violoncello di Laurenzana con cui ho già condiviso l’Ensemble” La Madre”. Ho intenzione più in la di realizzare il secondo volume dedicato alla Tradizione Religiosa Delle Genti Lucane dove di sicuro inserirò San Canio insieme ad altri due canti di passione e varie melodie dedicate alla Madonna e ai Santi Lucani. Come ho appena detto nell’altra domanda il patrimonio devozionale lucano è ricchissimo di ispirate melodie e purtroppo pochi se ne sono occupati nel corso di questi anni, io non potevo far perdere tale inestimabile tesoro culturale e religioso. Mi auguro di poter salvaguardare altre canzoni e altri atti di fede e devozione caratterizzati dalla semplicità e dalla profondità dei nostri avi. Approfitto per salutare, anche se non suoniamo più insieme tutti i musicisti che mi hanno seguito dal 2003 al 2012 quindi saluto: Sergio Leopardi ai sassofoni, Gegè De Filippis alle percussioni, Sal Genovese al Basso, Marco Tirone alla chitarra e anche alcuni free lance che si sono avvicendati con gli Ethnos tra cui cito: Cristian Paduano e Peppe Cairone alle chitarre. Saluto i fonici che hanno e che ancora collaborano con Me uno su tutti Renato La Ghezza e poi Rocco Sabia, Vito Gallo e tanti tanti altri…….

 

Come è noto, manca in Basilicata  un osservatorio regionale sulla cultura musicale popolare, secondo te che forma dovrebbe avere?

 

Domandone complicato, non credo molto negli osservatori perché penso che siamo un pò tutti professori in Italia o in Lucania. Nella nostra regione ci saranno pure i soldi ma cosa te ne fai se poi non c’è nessuno che li sa spendere bene oppure li sa spalmare sul territorio, la meritocrazia e l’esperienza accumulata in tanti anni di duro lavoro in giro per il mondo o per l’Italia dovrebbe farla da padrone ma poi chi decide se uno merita più di un altro? La politica? I professoroni con due tre lauree? Ogni dipartimento dovrebbe avere una specie di talent scout o più persone che ricerchino nei loro territori persone in gamba, ognuno di noi ormai può scegliere qualcuno che negli anni ha visto crescere e perché no, vincere e fare della propria vita un piccolo punto di riferimento sia in musica che in altri lavori e allora poi decidere e nominare questo individuo come rappresentante, per la ricerca per la musica o che ne so per le nuove tecnologie o per tutti i lavori possibili ed immaginabili e da questi soggetti che si sono messi in evidenza nel loro territorio farli confluire in un unico soggetto istituzionale in grado di poter mettere in risalto quelli bravi non i pilotati politicamente o gli amichetti degli amici e dei parenti del partito o del politico di turno la cultura quella vera dovrebbe essere al di sopra di questi trucchetti. Vabbè sogni inutili io personalmente continuerò da solo collegandomi con tutte le nuove generazioni che incontro lungo il mio cammino e poi si vedrà.

 

Ci può essere un contributo unito dei musicisti lucani nell'ottica della difesa del territorio dagli interessi delle società petrolifere, perché in fondo di questo si tratta

 

Come no, anzi ci dobbiamo pure muovere la musica di Basilicata può dare un serio contributo con manifestazioni pacifiche e musicali all’interno dei comuni che sono direttamente toccati dalle società petrolifere e davanti ai luoghi simbolo della politica Lucana. La musica quando vuole abbatte tutte le barriere e riesce a far confluire negli animi un sano risveglio delle coscienze. Non siamo mai stati un popolo che si è messo con la testa nella sabbia però siamo sempre stati pacifici e poco invadenti nel nostro modo di vivere eppure siamo mezzo milione di persone quanto un quartiere di Napoli e tutte queste risorse nessuno le sa dividere e condividere con tutti ma proprio tutti basterebbe cosi poco senza false demagogie quando li avremo più tutti sti soldi?

E’ difficile per gli uomini di oggi spartire la torta con i propri simili chi mangia a quattro bocconi e chi con mezzo, chi ha tre quattro lavori e chi non ne avrà mai uno….. chi possiede otto pensioni e chi non ci andrà mai………..ma andate a cagare tutti quanti!!!!! preferisco la DC di una volta………

Comunque io ci sono tornato volentieri nella mia Regione il mondo è vario e molto affascinante ma solo per il tempo di qualche concerto poi voglio rientrare nella mia Lucania con tutti i pregi e forse con troppi difetti ma questa è un'altra cosa!!!!!!

 

UN ABBRACCIO LUCANO da Graziano Accinni

 

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