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Milano 30 Settenbre 1945

 
... "La musica leggera, ma in modo specifico il jazz, ha oggi un pubblico attento ed appassionato che esige e merita un suo giornale." Ebbene, questo giornale, viene da un periodo che ci rammenta  la fine della guerra e quindi la speranza di una democrazia che avrebbe garantito a tutti gli appassionati della musica "stonata", la possibblilità di un ascolto libero e pacifico.  "Da buoni democratici, intendiamo creare tra noi e il nostro pubblico una atmosfera di viva comprensione e uno scambio di idee, nel mutuo rispetto delle opinioni e nella piena lealtà delle discussioni". Queste frasi erano indirizzate ai sostenitori più puri della musica jazz i quali preferivano che il giornale si occupasse escusivamente di questo: "Per ora nel nostro paese (ma forse anche altrove) un giornale non può esistere diversamente...". Due anni più tardi iniziò ad occuparsi in modo sistematico della pratica jazz con degli articoli specifici. Inizia da qui l'avventura di Musica Jazz (inizialmente Musica e Jazz) che ha visto passare grandi appassionati del jazz come lo stesso Testoni primo direttore, poi Arrigo Polillo redattore capo, Livio Cerri, Roberto Nicolosi, Giuseppe Barazzetta arrangiatore dell'orchestra EIAR (Rai) ed altri. Una storia lunga sette decenni senza mai saltare un numero e per una rivista che vive sul proprio lavoro e senza contributi pubblici è un grande risultato.  

Notestonate

I  Settant'anni della rivista  Musica Jazz 

 Pubblicato il 12 Aprile  2015, a cura  di Giuseppe Caramuta

 

La mia prima copia di Musica Jazz, novembre 1991

Il terzo numero di  "Musica e Jazz", Settembre 1945

Nel Febbraio scorso, esattamente il 12 e 13 a Milano sono stati organizzati due concerti con Aera M per festeggiare il settantesimo compleanno della rivista, insieme con i protagonisti del Top Jazz 2014. Per pubblicizzare i due eventi, il giornale si è dovuto autopromuoversi, nel disinteresse generale degli organi di informazione e delle istituzioni.
Non è una novità questa ma piuttosto una "ricorrenza" eppure in Italia abbiamo grandi esempi di realtà create sul jazz come alcuni grandi fetivals, abbiamo musicisti tra i più in gamba che calcano oggi i palchi di tutto il mondo e da qui vorrei aprire una parentesi: siamo nel 2006, Gianfranco Fini ex vicepremier, nella trasmissione Ballarò  attacca  la  Regione  Umbria per aver finanziato la trasferta a  New York di Umbria   jazz,   tale   affermazione  si   rivela una inesattezza   come   fece   subito   notare l'Associazione Umbria Jazz in quanto, Umbria Jazz fece da traino al "sistema Umbria " e non il contarrio ma quel che conta, è che ancora una volta al jazz in Italia, da un esponente politico non venne riconosciuto il ruolo rilevante di movimento oltre che musicale, ideologico-culturale.
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